Inizia il racconto a puntate della battaglia di Giorgio Fidenato contro il sostituto d’imposta, la legge che impone al datore di lavoro di fare l’esattore per suo conto e per giunta gratuitamente.
In questa prima puntata Giorgio dichiara i suoi convincimenti ideali e racconta l’inizio della storia.
Giorgio, all’epoca con Leonardo Facco, s’è ispirato alle idee di Rothbard e alla lezione di Gandhi, secondo la quale si deve essere radicali nella sostanza e moderati nella forma. Inoltre si deve reagire all’ingiustizia con l’esempio e la pratica.
Ispirati dal processo a Vivien Kellems che rifiutò di fare la collettrice di tasse per conto del governo americano
“If they wanted me to be their agent, they’d have to pay me, and I want a badge”
Giorgio comunicò ai dipendenti della sua associazione che non avrebbe versato i contributi e l’Irpef allo stato per loro conto e così fece, a partire dal febbraio del 2009 per circa tre anni.
Tra le tecnicalità di questa vicenda c’è quella, sorprendente ma fino a un certo punto, per la quale i versamenti dei dipendenti non sono stati accettati dallo stato.
I dipendenti hanno versato Irpef e previdenza ma questi sono stati rifiutati. Lo stato non accetta che non sia il datore di lavoro a farsi carico dei versamenti.
Di questo in specifico parleremo nella prossima puntata.
È una battaglia fondamentale per la libertà e la responsabilità del cittadino.
La battaglia delle battaglie